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Maradona, Zola: “Se non avessi incontrato Diego sarei rimasto un buon calciatore”

Zola

Magic-box, tra l’altro amatissimo ex di Napoli e Cagliari, che daranno vita ad un’avvincente sfida oggi alle 15, rilascia una bella intervista a La Repubblica, in cui parla del rapporto importante con l’indimenticato diez a poco più di un mese dalla sua scomparsa.

Maradona, Zola: “Se non avessi incontrato Diego sarei rimasto un buon calciatore”

Gianfranco Zola ritiene Maradona “un fratello maggiore. Con me, ragazzino debuttante in A tra tanti campioni, è stato molto disponibile. Mi ha insegnato tanto e non lo scorderò mai. La scomparsa di Diego è stata un colpo molto forte. Sapevo di uno stile di vita al di sopra delle righe, ma mai avrei pensato che potesse morire. Mi ha colto impreparato, è come se fosse scomparso uno di casa. Siamo stati in gruppo al suo matrimonio in Argentina, l’abbiamo commentato come fosse stata la cerimonia di un parente strettissimo. Era un numero uno. Ho avuto al fianco un genio che non ha mai fatto pesare l’immensità tecnica, la gestione della gara, l’intuito. Penso all’estro di Gascoigne o Best: monumentali per visione, gesti e qualità, fragili e perduti fuori dal campo. Maradona rimane un gigante, estremamente vitale per la mia carriera: se non lo avessi incontrato sarei rimasto un buon calciatore. Ha esaltato le mie abilità potenziali. Conserverò la sua immagine in campo e da persona che andava oltre i limiti. Senza far mai male a nessuno se non a sé stesso. Dopo gli allenamenti, mettevamo le barriere per le punizioni: per lui, distanza e potenza da dare alla palla, erano dettagli. Mi spiegò come calibrare la traiettoria. Mi faceva calciare in porta mille volte dall’altezza della bandierina, quattro metri oltre la linea di fondo. Il passaggio di consegne? Giocavamo a Pisa. In pullman Diego mi prese in giro: Gianfranco, domani metto la 9 e tu la 10. Ma non illuderti, lo faccio solo perché voglio onorare Antonio. Careca era out e lui rise a lungo, vedendo la mia faccia basita. Ma è anche vero che a Ferlaino disse che per sostituirlo non dovevano comprare nessuno perché c’ero io” , conclude.

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