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Parma, Pellè si (ri)presenta: “Penso di dovere dare di più a questa piazza”

Il direttore sportivo Carli fa da apripista, ma il protagonista della conferenza stampa davanti ai cronisti ducali è lui, quel Graziano Pellè che torna in Emilia dopo quasi dieci anni. A 35 anni suonati e un bagaglio di esperienza all’estero, l’attaccante ha tanta voglia di lasciare il segno, stavolta in positivo, in casa gialloblù.

Parma, Pellè si (ri)presenta: “Penso di dovere dare di più a questa piazza”

“Nonostante abbia terminato la stagione a fine anno ho lavorato e mi sono tenuto pronto. Con la squadra è sempre un’altra cosa, bisogna essere intelligenti ad entrare e dare la mano al momento giusto. Il mister deve decidere, siamo tutti a disposizione e spero di fare bene senza alibi. Per quanto riguarda la Cina, la scelta di andare lì era la migliore che poteva capitarmi. Quando uno è un professionista dà il massimo ovunque sia, avevo raggiunto una maturità tale da rispettare il campionato che è al di sotto dell’Europa. Gli allenamenti sono sempre intensi, con ragazzi che danno il meglio, avevo allenatori come Magath, una specie di Zeman, con cui dovevi correre e si lavorava. E’ una cosa molto personale, ho sempre dato il massimo. Sono arrivato in un momento particolare ma ne ero ben cosciente. Sono felicissimo di essere arrivato, ringrazio il direttore, la società, è una scelta che ho voluto fortemente. Sono positivo, siamo coscienti della posizione ma non possiamo piangersi addosso. Dobbiamo reagire, il calcio cambia da un momento all’altro. Siamo in una situazione negativa, possiamo solo svoltare in positivo. Cercherò di aiutare sia a livello calcistico che mentale, dobbiamo essere positivi e cercare di ribaltare la situazione. Io sono uno a cui piace la pressione, spero passino tempi migliori ma vuoi non vuoi il calcio è questo, sei sotto pressione ogni domenica ed è parte del nostro lavoro. Bisogna viverla alla maniera positiva. Sono molto convinto di approcciare il tutto in maniera positiva, siamo in tanti, non è il singolo che fa svoltare. Ho trovato l’equilibrio giusto subito dopo il Parma. Mi impegnavo tanto, facevo abbastanza bene con Giovinco, ho raggiunto la maturità per capire cosa fare. Il calcio deve essere curato nei minimi dettagli. Ho avuto un exploit internazionale, ma non per colpa di altri, ma solo per un mio modo di approcciare a questo lavoro. Sono abbastanza cambiato, sono più completo. Che campionato ritrovo? Non è solo in Italia, è un periodo particolare in tutto il mondo, non è la situazione migliore. La A era in una fase di crescita, stava cambiando mentalità, investendo su strutture e altri che fanno la differenza: è sempre affascinante, uno dei campionati più combattuti. Le decisioni sul campo le sceglie il mister, noi siamo a disposizione. Il mister è uno molto testardo, gli piace fare le cose per bene, pretende il massimo. Allenatori bravi ne ho avuti, la differenza è tanta quando il mister ha voglia. Dobbiamo seguire D’Aversa, lui ha idee. Stiamo lavorando, dobbiamo migliorare. Perché Parma? Subito dopo l’ultima partita ho avuto una serie di chiamate per ripartire. Ho aspettato un po’ per avere la scelta giusta. Il Parma mi ha mostrato più voglia, non bisogno. A Parma sono stato tempo fa, ho lasciato metà lavoro fatto e io sono orgoglioso, mi piace dare alle persone ciò che ti trasmettono. Penso di dovere dare di più a questa piazza. In Cina, prima dell’inverno, eravamo in ritiro all’estero e quando siamo tornati la situazione era migliorata. Si conosce il regime che c’è in Cina, c’è un grande rispetto delle regole, sono un popolo enorme e hanno rispettato le regole al massimo, cercando di far passare il periodo. Quando sono tornato, nonostante il severo controllo, con quarantena, abbiamo giocato in una bolla cinque mesi. Eravamo chiusi in una struttura, non è stato. facile ma non lo è stato per nessuno”.

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