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Fiorentina, Guelfi e Ghibellini dopo l’addio clamoroso a Gattuso. La città è divisa

Gattuso

Corsi e ricorsi storici nel capoluogo toscano. Quasi come quando uno Jorge Mendes tardo medievale come Federico I Hohenstaufen, voleva consolidare il proprio potere invadendo il Regno d’Italia, per il favore dell’impero, per questo successivamente in Italia (e segnatamente a Firenze) vennero chiamati Ghibellini i sostenitori dell’impero, contro il papato, ed i loro oppositori: i Guelfi, sostenitori del Papa. Ecco, in questo intreccio particolare, il ritorno al futuro e il perturbante Gattuso hanno fatto il resto…

Fiorentina, Guelfi e Ghibellini dopo l’addio clamoroso a Gattuso. La città è divisa

Credeva fosse amore invece era un calesse... Il buon Rino sarebbe ripartito volentieri da una città meno oppressiva, meno esigente, meno meno… Nella rappresentazione italica Gattuso è un puro in un mondo opaco. Prendere o lasciare. Pane al pane, vino al vino, come spesso dice lui. Non si nasconde, non è ipocrita, non ha filtri. E poi? Gennaro Gattuso lascia la Fiorentina: choc. Questa è la notizia del divorzio tra l’allenatore ex Napoli e la società di Rocco Commisso, separatisi ancor prima che il contratto firmato dal coach nelle scorse settimane venisse depositato in Lega Calcio (bisognava attendere il 1 luglio, ndr). Alla base di questa decisione ci sarebbero alcune divergenze sul mercato che avrebbe inasprito, tra l’altro, il rapporto tra il patron viola e Jorge Mendes, procuratore dello stesso Gattuso. L’idillio si è praticamente spezzato prima ancora di poter essere consumato concretamente, spiazzando però non poco la piazza toscana. Come riporta La Nazione, diversi tifosi sarebbero adesso adirati con la società, mentre altri punterebbero il dito contro l’atteggiamento di Gattuso, giudicato deludente. “Di certo non meritiamo tutto questo. Ci vorrebbe uno sceicco che s’innamora di Firenze”, scrive qualche supporter sui social. Tra i tifosi è botta e risposta. “Gattuso fa benissimo ad andarsene, mica vuole lottare per la salvezza…”. Ma anche: “Mendes è come Raiola e Barone è come Maldini, Commisso ha fatto bene”. Guelfi e Ghibellini. Si propone da sergente di ferro come se l’autorevolezza potesse venire tutta dai titoli, se ne va con quei discorsi che a lui non interessano, ma agli altri sì. Il comportamento titubante di Gattuso è stato palese fin dal primo giorno, forse ancora scottato dall’esperienza (con finale tragico) all’ombra del Vesuvio. La dirigenza viola italo-americana non credeva che i giocatori richiesti dal tecnico fossero tutti rappresentati da Jorge Mendes. Così l’incontro tra Barone e il noto agente di mercato, che si credeva risolutivo per un calciatore indicato da Mendes (Sergio Olivera del Porto, ndr), ha visto costi raddoppiati e commissioni alle stelle. La goccia che ha fatto traboccare il vaso (già fragile). E quando Rocco Commisso è stato informato, ha chiesto di interrompere le operazioni. Alla rabbia di Gattuso, i dirigenti hanno proposto alternative ritenute ugualmente valide, ma senza giungere ad un esito positivo. Perché non erano questi i patti, non erano questi i termini da portare ad un matrimonio duraturo. I numeri non sono più tornati e così si sarebbe arrivati alla rottura tra Gattuso e il club e al tifo fiorentino diviso su chi prendere le difese. Un futuro che non vedrà più i tratti duri di Rino, ma i nomi di Rudi Garcia, Claudio Ranieri o Walter Mazzarri.

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