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Spalletti: “Il tempo delle parole è finito. Tudor grande allenatore, servirà anche scontro fisico. Un solo dubbio di formazione. Su Osimhen e Fabian…”

Spalletti

SPALLETTI VERONA NAPOLI – Vigilia di campionato per il Napoli, impegnato domani alle 15 contro l’Hellas Verona al Bentegodi. Azzurri a caccia di riscatto dopo la sconfitta interna rimediata contro il Milan nell’ultimo turno di campionato. Restano 10 finali, tutto è ancora aperto per la lotta scudetto. Ne ha parlato Luciano Spalletti, allenatore del Napoli, intervenuto in conferenza stampa:

“Il vento soffia nella giusta direzione? Il tempo delle parole è un po’ finito, valuteremo quanto sono servite alla fine, quanto sono entrate dentro a noi stessi. Domani sarà una partita onesta, saremo lì con le nostre responsabilità, il nostro talento, i nostri timori e vale molto questa partita e lo sappiamo. Il risultato di questa gara ci dirà dove saranno rivolti i nostri pensieri. Una sconfitta sarebbe fatale e tutto è racchiuso in quello che vogliamo fare delle nostre carriere.

La gara col Milan ha tolto certezze tattiche? E’ una partita che ho rivisto più di altre, ci trovo che il Milan lotterà per lo Scudetto fino in fondo e loro prima di tutto hanno provato a non far rendere il Napoli come al solito. Non ci ha tolto sicurezze, col Milan abbiamo fatto anche cose fatte bene, soprattutto all’inizio poi siamo stati condizionati da questo gol e la reazione non è stata al massimo ma è un gol che s’è ripetuto qualche volta.

Non essendo bravi a presidiare il limite sulle respinte ed un po’ fa parte di quella qualità che abbiamo, siamo meno interessati allo sporco della partita e siamo forse più orientati alla tecnica ed alla qualità.

Nella partita di domani se non riusciremo ad usare quel veleno nostro, mettendola sul nostro senso di costruzione di squadra. Bisogna dimostrare di avere anche un corpo, disponibili anche ad uno scontro fisico perché il nostro avversario è allenato bene, Tudor è un grande allenatore, bravo a dare battaglia ma c’è anche qualità di collettivo, di costruzione, di gioco tra le linee, di chi attacca la linea e la profondità.

Mertens con Osimhen può essere un segnale alla squadra? Si tiene presente tutto, anche perché abbiamo recuperato la rosa ed è più facile anche se qualcosa accade sempre tipo a Meret e siamo in credito. Può darsi si possa cambiare anche qualcosa da qui alla fine, ne abbiamo di più di calciatori a disposizione e quelli infortunati hanno fatto una preparazione corretta per fare più minuti e quindi è corretto ciò che lei dice. Io ho abbastanza chiara la formazione a fine settimana ma in questo caso un dubbio me lo porto fino a domani. Uno solo.

4-3-3? Mi avete trattato bene durante quest’anno, siete stati onesti, poi arriverà un momento in cui parlare di questi dettagli ma serve tempo perché il mediano che prende la palla ha due possibilità, abbassarsi sulla linea difensiva ed entrare nella linea ed una di alzarsi se è marcato per portarlo via perché non può ricevere.

Se si alza di 5 metri cosa va a fare? Non è difficile, il centrocampista. Con le due mezzali che giocano già lì. Come il trequarti che a volte si abbassa sui mediani ed un mediano a quel punto si alza, si ruota facilmente. Ad esempio Fabian ha fatto diversi gol da mediano ma perché nello scorrimento finisce da mezzala, sotto quest’aspetto partire con due mediani o uno solo cambia poco, poi col mediano marcato la mezzala opposto viene a ricevere come facevate nei migliori anni.

Il Napoli più verticale di inizio stagione ed il palleggio di Lobotka sono compatibili? Sì, si deve fare tutte e due. Se ti aggrediscono, è meglio per me ma c’è questo fatto del fiato sul collo che a qualcuno dei miei dà fastidio. Negli spazi angusti, in questa caccia all’uomo con la pressione, è una difficoltà ma ti lascia spazi dietro e con questa tattica devi essere più verticale. Se non trovi compagni sul corto, devi andare a giocare di là. Se ti lasciano palleggiare con la superiorità nella tua metà campo e ti aspettano, si deve palleggiare, se loro vengono qui devi andare lì, è tutto qui e devi dargli un verso alla lettura.

Verona soffre lo sviluppo sugli esterni, è la chiave tattica? Il Verona a Firenze ha meritato ampiamente il pareggio, l’abbiamo presa in esame. Dovremo esibire la nostra qualità ma in alcuni momenti anche meno belli e più sporchi, brutti, tirando fuori il vantaggio dalla loro pressione.

Dovremo avere questo. Sono diverse situazioni da usare al meglio perché loro creano pressione costante ma lasciano qualche spazio. Ti aspettano al varco, danno battaglia in ogni zona.

Napoli che fallisce ogni possibile salto. Cosa succede? E’ psicologico? L’ho detto prima. Prima di tutto non viviamo di rimpianti, abbiamo pagato in un’azione che si può concedere qualcosa come caratteristiche, abbiamo preso troppi gol dalle mischie e serve avere tutti l’atteggiamento del difensore. In questo ogni tanto concediamo. Già il dispiacere di non fare risultato ma noi abbiamo quelle qualità lì, riconoscibili, che dobbiamo usare altrimenti se andiamo sulle non-qualità poi diamo vantaggio ad altri.

Sulla manovra offensiva non c’è coralità alle spalle di Osimhen? Troppo difficile per me questa domanda, ci sono momenti in cui sei al limite dell’area in 10 sotto la palla ed altri che fai calcio offensivo con i difensori nella metà campo avversaria. Bisogna saper far tutto, leggere i momenti. Noi l’attacco allo spazio dietro la difesa in qualche circostanza pecchiamo ma ci lavoriamo ed i giocatori hanno conoscenze. Per entrare nel dettaglio avrei bisogno di Beccaccioli, il nostro match analyst”.

Giovanni Maria Varriale

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