INTERVISTA KVARATSKHELIA – Khvicha Kvaratskhelia ha rilasciato una lunga intervista a Il Mattino, in cui ha raccontato i suoi primi giorni a Napoli. Il calciatore ha raccontato dell’accoglienza riservatagli dal club, del suo approccio alla cultura locale, così come qualche aneddoto sul suo passato.
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Kvaratskhelia: “Mi hanno detto che devo imparare prima il napoletano! Sono stato accolto come fossi di famiglia”
“In realtà qui mi hanno detto che devo imparare prima il napoletano e poi l’italiano. Ho imparato solo qualche parola, ma in squadra ho ottimi insegnanti che mi possono dare una bella mano. In compenso ho già imparato a conoscere la cucina: pizza, mozzarella e caffé di Tommaso, il nostro magazziniere, sono insostituibili”. A 21 anni vivrà da solo, lontano da casa, ma lui è abituato. È andato a giocare in Russia a soli 17 anni: “A Kazan sono stato due anni e soprattutto nell’ultimo periodo stavo alla grande. Poi però è scoppiata la guerra e ho capito che dovevo fare ritorno a casa. Non avevo paura della guerra, ma sentivo il bisogno di tornare nella mia terra, in uno stato più sicuro. In Georgia il calcio è vissuto in maniera molto passionale: nell’ultima gara che ho giocato con la nazionale i tifosi si sono spostati da una parte all’altra dello stadio all’intervallo per potermi vedere da vicino: è stato incredibile”.
Poi racconta i sui primi giorni a Napoli: “È una sensazione bellissima. I compagni mi hanno accolto alla grande. Tutti mi vogliono bene. In poche settimane mi hanno fatto sentire a casa, mi hanno accolto come se fossi una famiglia. È una cosa eccezionale. Dove vivrò? Non ho ancora, ma soprattutto all’inizio vorrei prendere casa vicino al centro sportivo così da essere concentrato al massimo sul lavoro”.
Serena Grande
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