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Italia, dai mercati rionali alla nazionale azzurra. La felicità di Mazzocchi: “Mi chiamavano mezzo chilo, ora…”

Non vede l’ora di esordire con la maglia azzurra, anche se si accontenterebbe di godersi il sogno di condividere semplicemente lo spogliatoio con il gruppo di Mancini. Certo, Paco Mazzocchi ne ha fatta di strada, e l’ambizione di non aver lavorato invano non gli fa perdere di vista l’obiettivo. Perché “chi sogna spesso dorme”…

Italia, dai mercati rionali alla nazionale azzurra. La felicità di Mazzocchi: “Mi chiamavano mezzo chilo, ora…”

Pasquale Mazzocchi, 27 anni, terzino della Salernitana, capace di dribblare da ragazzo a Barra (Na) le insidie della strada e poi di scalare tutti i gradini possibili nel calcio, lui che da calciatore dilettante faceva il fruttivendolo e che dalla Serie D col Parma è arrivato a Coverciano. Paco, come lo chiamano tutti, si è un po’ emozionato, a Radiorai, nel ricordare il proprio percorso: “Non è mai troppo tardi per questa maglia, però te la devi meritare ogni volta e io, che non ho fatto ancora niente e che adesso sono qui, conto di tenermela stretta”. Mazzocchi è cresciuto a Barra, quartiere difficile secondo lo stereotipo: “In certi quartieri della periferia di Napoli, quando si fa fatica ad arrivare alla fine del mese, magari con una famiglia numerosa, purtroppo tendi magari a fare cose sbagliate, i giovani tendono a seguire questa strada. Mi ha salvato il calcio, devo tanto anche alla mia famiglia che ha sempre fatto tantissimi sacrifici per me, ai miei genitori, ai miei fratelli e alle mie sorelle”. Quando poi è diventato professionista, la strada gliela stava sbarrando un classico del calcio italiano, l’esterofilia: “Per questo si deve guardare anche alle categorie inferiori, dove ci sono talenti: è bene che qualcuno guardi lì con più attenzione. Portafortuna? Mi piace il soprannome, che viene anche dal sacrificio e dal non arrendersi mai. Cerco di portare esperienza caratteriale nello spogliatoio. Da piccolo mi chiamavano mezzo chilo, perché ero magrolino, poi sono cresciuto”.

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