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Mondiali ’86, il fotografo della Mano di Dio di Maradona: “Vidi subito l’imbroglio, ma…”

Così André LeCoq, il fotografo francese che immortalò l’immagine sportiva più celebre in assoluto: il gol di mano (che anticipò “il gol del secolo) con l’Argentina del barrilete cosmico contro l’Inghilterra ai Mondiali di Messico 1986 nella cornice dello stadio Azteca.

Mondiali ’86, il fotografo della Mano di Dio di Maradona: “Vidi subito l’imbroglio, ma…”

La mano di dio. Maradona che segna di pugno all’Inghilterra. Questa settimana, una stampa originale sarà messa all’asta: contiene la sequenza di tre scatti che LeCoq fece quel giorno. Al Telegraph racconta il dietro le quinte di quella foto. E cosa è cambiato dopo. Spoiler: no, non è diventato ricco. “Ero dietro la linea di porta nel solito posto dei fotografi. Stavo seguendo la palla, guardandola fissa. E ho potuto vedere guardando attraverso l’obiettivo che era fallo di mani. Era chiaro, per me. L’avevo visto. Sono rimasto molto sorpreso quando il gol è stato concesso. Ho solo pensato, vabbé, è una foto chiara ma la avranno fatta anche gli altri… Sono rimasto sbalordito, ancora più del fatto che il gol era stato convalidato, quando ho scoperto di essere l’unico ad aver fatto quello scatto. Non so perché nessun altro l’ha fatto. Ma a me è andata molto bene – prosegue LeCoq. – Era la prova che Maradona aveva imbrogliato. Non ha aiutato il popolo britannico. Ma in un certo senso era un importante documento storico. La fotografia è apparsa in tutto il mondo, su giornali, riviste, ovunque. È diventata famosa. Ma no, non sono diventato ricco. Ero un fotografo dello staff di L’Equipe, loro possedevano i diritti sull’immagine. Sì, ho ricevuto un bonus, ma non è stato abbastanza da fare di me un uomo ricco. Suppongo che ciò che la sua popolarità abbia fatto sia stato forse spingermi un po’ in alto nell’ordine gerarchico a L’Equipe, potevo scegliere gli eventi migliori da coprire. Si potrebbe dire che il mio tempismo non è stato molto buono (sorride, ndr). Ho fatto nove Mondiali in tutto. E non ho mai fatto un’altra foto del genere, che apparteneva solo a me”.

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