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CorSera- Il Napoli domina sia in Italia che in Europa, Spalletti ha ingannato tutti usando due armi: rivoluzione e disarmo

L’edizione odierna del “Corriere della Sera” ha esaltato il gioco del Napoli di Luciano Spalletti, analizzando il percorso fatto negli ultimi mesi.

CorSera- Il Napoli domina sia in Italia che in Europa, Spalletti ha ingannato tutti usando due armi: rivoluzione e disarmo

Che sia in Italia o in Europa, il Napoli mostra un’immagine univoca: forte, padrona del campo e dei meccanismi di gioco. È il segnale più evidente che la squadra trasferisce in partita tutto quello che fa in allenamento. I mister lo dicono spesso: bisogna far bene in settimana per rendere al meglio nel giorno-gara, attribuendo così alla guida tecnica il ruolo di detentore della formula (magica). Nel caso del Napoli è una verità incontrovertibile: Spalletti dispone di giocatori dalle qualità assolute, ma è lui che ha saputo esaltarle. Interpretare al meglio ogni partita significa avere (quasi) sempre la chiave per battere i propri rivali. Il principio base: la conquista della metà campo avversaria senza dare riferimenti, insistere in quella porzione di terreno con un moto continuo (e intelligente) dei giocatori chiave, così da poter contare sull’effetto sorpresa.  Ed è così che la magia riesce. Un esempio, il più recente: Kvaratskhelia, sinistro, sulla fascia destra col tacco serve l’assist a Di Lorenzo. E ancora, il Di Lorenzo terzino che fa gol da trequartista inserendosi nello spazio.

Niente è casuale, tutto e rigorosamente scritto nei quaderni del mago Lucio. Una stagione e mezza al timone, la prima è servita al tecnico per assemblare le forze che gli erano state messe a disposizione, nella seconda – tolto chi probabilmente non ci credeva più – per modellare il nuovo gruppo a sua immagine e somiglianza, contando sulla disponibilità di ragazzi giovani e generosi. E se l’allenatore s’arrabbia durante il torello quando qualcuno, per scherzo, manda la palla sulle tribunette (è accaduto durante un ritiro estivo), la squadra fa presto a intuire che la serietà durante gli allenamenti è la base su cui costruire il futuro.

La storia di questi mesi racconta che il Napoli (e Spalletti) siano andati oltre le loro stesse aspettative, ma tant’è. Adesso è sulla giostra e vola sulle ali dell’entusiasmo. Ed è questa un’altra caratteristica di questa squadra: vero che vincere, e anche tanto, fa sorridere chiunque. Non è scontato però rialzarsi più forti quando si cade. Subisce e sbaglia durante le gare, il Napoli. Ma e quello il momento in cui prende forza. Senza cedere alla depressione. Altro principio: difendere sempre in avanti, accettando il rischio con coraggio e consapevolezza. L’errore è dietro l’angolo, ma il Napoli riesce a calcolarlo. Basta un niente nel calcio per cambiare la direzione di una partita, ai partenopei basta un niente per riprendersela, la partita. «Se un mio calciatore pensa di aver già passato il turno, con me non gioca più»: è il manifesto dell’uomo e dell’allenatore che dà (tutto) e poi toglie altrettanto se si sente tradito. Spalletti è uno che s’intende di ruoli: ha saputo mettere Lobotka al centro del villaggio: era un incursore in difficoltà, oggi è tra i migliori registi europei. Lobotka balla da solo, inganna l’avversario spesso convinto di poterlo schermare. Forse però è il Napoli ad aver ingannato tutti: rivoluzione, disarmo. Otto mesi fa di questo parlavamo.

Carlo Gioia

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