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Champions League, Ancelotti spiazza tutti: “Sono per metà madridista e per l’altra milanista, ma il Napoli…”

Ancelotti

“Il Napoli potrebbe vincere la Champions, la Champions League la possono vincere le otto squadre che sono nei quarti di finale, altri le guardano vincere. Per vincere bisogna crederci, pensare di essere i più forti ed essere ottimisti. Quando il Real Madrid arriva ai quarti è molto pericoloso, è una società che respira la Champions League, per il Real questa è la competizione più importante, è la storia che lo dice”. Così il tecnico dei blancos (che affronteranno il Chelsea, altra vecchia conoscenza di Ancelotti) nonché ex allenatore di entrambe le compagini coinvolte nell’Euroderby di Champions (Milan e Napoli, appunto) in un’intervista a “Linea Diletta”, disponibile su Dazn.

Champions League, Ancelotti spiazza tutti: “Sono per metà madridista e per l’altra milanista, ma il Napoli…”

“Lo step l’ha fatto la società rinnovando e cambiando le gerarchie all’interno dello spogliatoio, cambiando l’ambiente con giocatori e stimoli nuovi, dopo un allenatore che ha una grandissima esperienza nel gioco. Io considero Spalletti uno dei migliori allenatori al livello tattico. Questo connubio ha fatto sì che il Napoli vincerà il campionato – ha proseguito -.”

“Il mio addio al Napoli? Là è successo quello che spesso succede nel calcio, ovvero che la società che due anni prima ti ha assunto perde feeling e fiducia nelle tue possibilità e nelle tue capacità. La cosa migliore che abbiamo fatto io e il Napoli in quel momento è stato chiudere. Quando un allenatore perde la fiducia del suo club deve chiudere immediatamente, il più in fretta possibile. Chiudere immediatamente è stata una delle cose migliori che abbiamo fatto io e la società”.

Parlando dei suoi grandi amori calcistici, Ancelotti ha raccontato che “io sono milanista e madridista, con una percentuale del 50 e 50. Nel Milan ho giocato e l’ho allenato, il Real rappresenta il massimo nel mondo del calcio: sono i due club a cui sono più legato – ha ammesso -. Il Carlo di oggi non è diverso dal Carlo che allenava la Reggiana (sua prima squadra da allenatore, con cui fu subito promosso in Serie A nel 1996, ndr). Non sono cambiato io, sono cambiate le esperienze. L’esperienza ti fa crescere e migliorare, ma a livello caratteriale sono lo stesso di sempre”.

“Non ho allenato Francesco Totti, Messi… ma ne ho allenati veramente tanti altri – ha aggiunto a proposito dei campioni allenati -. È un bellissimo viaggio, anche perché non c’è solo il calciatore. Sono tutti ragazzi molto giovani con i loro problemi, che a volte manifestano, a volte no, a volte li scopri a volte te lo dicono loro. Dietro c’è un mondo. Ragazzi di una generazione diversa dalla mia che hanno problemi diversi da quelli che avevo io alla loro età. Il lavoro dell’allenatore è bello anche per questo, è un continuo relazionarsi con dei caratteri diversi, delle nazionalità diverse e delle culture diverse”.

Tra i campioni che attualmente l’allenatore emiliano sta allenando c’è Vinicius. “Lui è un talento incredibile, al di là della tecnica brasiliana lui ha un potere fisico straordinario. È instancabile. La differenza più grande la fa nella parte finale della partita quando gli altri si stancano. Nei i prossimi 10 anni sarà uno dei migliori giocatori al mondo”.

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