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Spalletti: “Io, napoletano per sempre. E per sempre amico di quel gruppo là…”

Spalletti

“Mister! Forza Napoli”. “Mister, ci manca tanto. La prego torni”. “Mister, grazie”. Mister una foto, mister un audio, mister un selfie, mister un autografo. Essere a Napoli con Luciano Spalletti è un’esperienza di quelle che improvvisamente capovolgono i propri punti di vista, lasciando comprendere meglio che cosa ci sia dietro a un’immagine pubblica. Lo riporta Sportweek, il settimanale di Gazzetta dello sport.

Spalletti: “Io, napoletano per sempre. E per sempre amico di quel gruppo là…”

Attorno all’ex allenatore partenopeo, oggi tecnico dell’Italia, è un capannello continuo e lui si ferma, risponde ad ognuna delle richieste, regala il proprio tempo. E dire che non siamo nemmeno in piazza del Plebiscito, ma a bordo della Msc Fantasia attraccata al porto dove Spalletti – che qui è ancora inevitabilmente l’eroe del terzo scudetto – viene premiato con il Gazzetta Sports Awards (l’intera cerimonia sarà trasmessa questa sera in seconda serata su La7 e in streaming su Gazzetta.it) come miglior tecnico del 2023, per quanto fatto in città, ma anche per la qualificazione, per niente scontata, al prossimo Europeo in Germania. Così lo vedi camminare lungo i corridoi di questa gigantesca nave da crociera con in braccio un bambino con la maglia del Napoli o mandare un audio a un ragazzino che gioca a calcio (“Papà mi dice che sei un bravo difensore, sbrigati che in Nazionale ne abbiamo bisogno”) o farsi un selfie con il capitano del trionfo degli azzurri in Davis Filippo Volandri, scambiando sorrisi e pacche sulle spalle. “Che cosa faccio quando un napoletano mi saluta? Lo abbraccio”, racconta ritirando il suo riconoscimento. È un anello Damiani. A Spalletti piace parecchio, decide di indossarlo subito facendolo diventare un tratto distintivo anche nello shooting fotografico per quest’intervista realizzato a bordo della nave. Davanti alla macchina fotografica si diverte, “lavora” sul serio senza prendersi troppo sul serio. E la resa, anche questa volta, è vincente.

“Ne ho tantissimi che mi stanno vicino: noi non siamo amici per essere amici, ma siamo amici per sempre”.

Anche in questo ambiente si possono trovare amicizie destinate a non finire?

“Certo, ho moltissimi rapporti del genere. Perché io mi pongo in un certo modo e di fatto ti costringo a diventare mio amico. C’è un detto che recita così: ‘Che devo fare per trovare un amico? Comportati da amico e troverai un amico’”.

Come Di Lorenzo, che dal palco dei Gazzetta Sports Awards ha definito il più grande amico che ha.

“Confermo tutto. Voglio molto bene a Giovanni e in assoluto devo dire che il gruppo che si era creato a Napoli è stato determinante per il successo. I ragazzi sono stati sempre estremamente collaborativi, ognuno pensava a sé e ai propri compagni di squadra”.

“Eh, Napoli… Il legame tra me e il popolo napoletano è strettissimo ed è l’aspetto a cui tengo di più. Ora che ho ricevuto la cittadinanza onoraria sono un official scugnizzo e posso dire che Napoli è casa mia: nessun comune mortale merita quello che mi è stato trasferito qui. La mia gratitudine sarà infinita”.

Allora perché lasciare?

“È dispiaciuto anche a me, ma volevo preservare la bellezza che avevo nel cuore e non rimetterla subito in discussione perché è una roba che nessuno può sentire se non la prova direttamente come l’ho provata io”.

Il gruppo.

“Gruppo, empatia, squadra, collaborazione sono parole chiave per me. Abbracciati sempre, di modo che io se ho il tuo contatto possa venire in tuo soccorso e tu possa aiutare me perché siamo lì, a contatto”.

Rimpianti.

“Non ci si gira indietro, non si può andare a cambiare quello che è stato, è una perdita di tempo. Bisogna andare avanti. I rapaci guardano sempre di fronte a loro e poi vanno ancora più a fondo, mettono a fuoco e, pam! , catturano la loro prossima preda”.

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