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All’altezza, certo, ma i dettagli (loro) fanno la differenza

Tutto o niente, non ci saranno vie di mezzo per il Napoli stasera a Barcellona, nel ritorno degli ottavi di Champions. È la partita chiave di una stagione cominciata (e continuata) nella maniera sbagliata.

All’altezza, certo, ma i dettagli (loro) fanno la differenza

Non la salverà, il cammino in campionato resta troppo brutto, ma può darle un senso sportivo – non capita tutti i giorni di eliminare il Barça – e regalarle un altro giro di Champions con i milioni annessi, risvolto non secondario perché Aurelio De Laurentiis non è un presidente a debito: tanto esce e tanto deve entrare.

E di riflesso c’è l’aspetto primario della qualificazione al ricchissimo Mondiale per club del 2025 in America: con una vittoria stasera e con un’altra nei quarti, De Laurentiis staccherebbe il biglietto per gli Usa sul campo, senza passare per l’annunciata (e scriteriata) causa alla Juve, ora qualificata a discapito del Napoli, ma impossibilitata a migliorare la propria posizione perché fuori dall’Europa

Non conta tanto, vale proprio tutto. La nottata del Napoli ha un peso specifico unico, con tre traguardi da raggiungere in un colpo solo contro un Barcellona che sarà anche favorito ma che, e basta leggere i quotidiani spagnoli per capirlo, ha un’enorme paura di fallire l’obiettivo.

Primo atto intenso e ricco di emozioni allo Stadio olimpico Lluis Companys, dov’è il Napoli ad avere la prima occasione della partita, con Osimhen che calcia addosso a Ter Stegen da ottima posizione, anche se il nigeriano era probabilmente in posizione irregolare, come per lunghi tratti di gara.

Il Barcellona reagisce, imbambola gli azzurri, e segna due gol in due minuti: al 15′ Raphina serve a rimorchio Fermin Lopez, che con l’interno supera Meret, e al 17′ è ancora protagonista Raphinha, che stavolta colpisce un palo, la cui ribattuta manda il pallone nella zona di Cancelo, bravo a ribadirlo in porta. Uno, due mortifero del team di Xavi, ma la squadra di Calzona torna in partita allo scoccare della mezzora, quando Rrahmani gira in porta un assist dal fondo di Politano, e quattro minuti più tardi sfiora anche il pareggio, con ter Stegen costretto alla parata ad effetto sul colpo di testa di Di Lorenzo.

È sempre una questione di dettagli, quelli che noti dove gli altri passano dritti. Dettagli. Ma ci arriviamo con ordine, ai dettagli. Quelli che fanno la differenza tra le due squadre: Osimhen, dopo essersi fatto notare solo per gli offside nella prima frazione, appena dentro l’area di rigore tutto decentrato sulla destra, cade dopo un contatto con Cubarsì, all’esordio assoluto (ad appena 17 anni) nella massima competizione europea. Il signor Makkelie lascia correre, il VAR rimane silente e i giocatori del Napoli protestano chiedendo come minimo un On Field Review. Qualche dubbio rimane: il contatto oggettivamente c’è. Dettagli si è detto.

Pochi minuti dopo il pallone, che sembra appartenere (stavolta in maniera indisponente e a tratti irriverente) agli “affittuari” di Montjuic, finisce nella zona di Sergi Roberto, che lo calcia verso l’area piccola, dove viene deviato prima da Araujo e poi da Yamal (anch’egli – quasi – diciassettenne), fermato – dopo aver segnato il suo primo gol in Champions – in posizione irregolare.

Ma arriviamo al punto, Lindstrom ha l’occasione per pareggiarla, ma colpisce di testa in maniera alquanto discutibile. Appena tre giri di orologio, la pelota gira tra le gambe granata e Sergi Roberto (ancora lui) accarezza per Lewandowski, sin lì assente come il collega nigeriano, lui ringrazia e realizza il 3-1 più facile che c’è. Il montante di Olivera e il pallone a fil di palo di Kvara scorrono via come i minuti e l’eliminazione di questa sera. Il Napoli perde anche l’occasione di qualificarsi al Mondiale per Club del 2025, a cui parteciperà invece la Juventus.

BARCELLONA (4-3-3): ter Stegen 6.5; Koundé 6, Araujo 6, Cubarsì 7, Joao Cancelo 6.5; Fermin Lopez 7 (60′ Sergi Roberto 7), Christensen 5.5 (61′ Romeu 6), Gundogan 6; Yamal 6.5, Lewandowski 6.5, Raphinha 6.5 (81′ Joao Felix NG). All.: Xavi 6.5.

NAPOLI (4-3-3): Meret 6.5; Di Lorenzo 5.5, Rrahmani 6.5, Juan Jesus 6, Mario Rui 5.5 (64′ Olivera 5); Anguissa 5.5, Lobotka 7, Traoré 5.5 (79′ Raspadori NG); Politano 6.5 (64′ Lindstrom 5), Osimhen 5.5, Kvaratskhelia 6 (90’+3 Ngonge NG). All.: Calzona 6.

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