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Aggressioni agli arbitri, l’idea di Abodi: “Rendiamoli simili ai pubblici ufficiali”

Dopo l’aggressione in terza categoria ai danni dell’arbitro Edoardo Cavalieri e lo sciopero dell’Aia sui campi di gioco laziali dall’Eccellenza al campionato Under 14, il ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi è intervenuto sulla questione evidenziando il problema e lanciano un’idea per provare a rispondere all’escalation di violenze in maniera sistemica.

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Aggressioni agli arbitri, l’idea di Abodi: “Rendiamoli simili ai pubblici ufficiali”

“Lo sciopero è una scelta da condividere – ha detto -. È il frutto di situazioni che purtroppo si protraggono da troppo tempo”.

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“Quando ero presidente della Lega B le aggressioni erano 500, 600 l’anno – ha aggiunto -. L’arbitro è una figura fondamentale, servono pene ancor più significative. Bisogna riconoscere ai direttori uno status non molto lontano da quello del pubblico ufficiale”. “Non possiamo considerarli esclusivamente dei tesserati – ha continuato Abodi facendo il punto sull’emergenza che sta colpendo la classe arbitrale nelle serie minori -. Ne riparlerò con Piantedosi e con il ministro Nordio”.

L’AGGRESSIONE ALL’ARBITRO CAVALIERI

L’ultimo episodio a indignare tutto il mondo del calcio e a innescare lo sciopero dell’Aia è stata l’aggressione ai danni dell’arbitro della sezione di Civitavecchia Edoardo Cavalieri durante l’incontro di Terza Categoria tra Corchiano-Cellere. Dopo aver strattonato il direttore di gara, un giocatore gli ha provocato una frattura al braccio e una prognosi di 30 giorni. Episodio che nelle serie minori si aggiunge ad altri 190 simili e che ha portato alla protesta dell’Aia sui campi di gioco del Lazio e all’annullamento di 800 partite dall’Eccellenza al campionato Under 14. Una dura presa di posizione per accendere i fari sull’emergenza e a cui si aggiunge anche l’iniziativa degli arbitri di Serie A di esibire in campo nella 15.ma giornata un baffo nero sotto l’occhio in segno di solidarietà.

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