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PeppOh: “Tra la musica e l’amato Napoli”

PeppOh

Tra i vicoli di Napoli la musica e i colori azzurri dominano tradizioni, simboli, anime e cuori dei partenopei. In particolare, c’è chi come PeppOh, rapper conosciuto e amato in città, ha saputo unire tutte le qualità del folkore e del pallone per portare avanti una passione smodata, fatta di sogni e ambizioni a tinte napoletane. Abbiamo avuto la fortuna di fare una chiacchierata con lui, parlando soprattutto del Napoli, della sua carriera e dei progetti futuri.

PeppOh si racconta, tra il tifo per il Napoli e la musica

Spieghiamo a chi non ti conosce chi sei e perché questo nome.
“Io sono PeppOh, rapper e soulman from Secondigliano, NA, con un disco all’attivo (“Sono un cantante di Rap”) ed il prossimo in uscita. Il mio nome non è altro che il soprannome affibiatomi da un mio amico al primo anno di Università, viene dal dialetto Barese, è un Peppone pronunciato in stile fieramente Terrone”.
Cosa è per te la musica e quando uscirà il tuo ultimo lavoro?
“La musica era già tutto prima ancora che diventasse un impiego e impegno costante. Da piccolo a scuola le Maestre dicevano a mia Mamma che canticchiavo sempre, anche quando scrivevo o prendevo appunti o disegnavo. Ecco cos’è la musica per me, essenza pura. Il mio prossimo disco uscirà di sicuro dopo l’estate, in fase autunnale”.
Musica e… Napoli nel cuore: cosa ti lascia l’ultima stagione e cosa ti aspetti dalla prossima?
“L’ultima stagione del Napoli lascia l’amaro di un calcio troppo malato ma lascia anche la dolcezza della Bellezza in ogni sua forma, dalle parole del Comandante nei prepartita fino all’ultimo passaggio prima della conclusione a rete. Tutto questo mi ha profondamente commosso, nonostante appunto quell’amarezza di non avercela fatta. Per la prossima stagione mi aspetto grandi cose, non dico “quellollà” ma sarebbe anche ora che arrivasse”.

Un grande allenatore come Ancelotti porterà grandi nomi a Napoli?

 

“Me lo auguro di vero cuore, Mr. Ancelotti ha un curriculum che parla da solo. Speriamo che qualche grande Campione sposi il progetto e la causa Azzurra. Con Carletto siamo avvantaggiati, incrociamo le dita”.
Il calciatore a cui sei più legato e perché?
“Per quanto riguarda il Napoli, il giocatore che ho nel Cuore è il capitano Hamsik e poi Cavani, il primo vero fenomeno postMaradoniano che ha vestito i nostri colori. Per quanto riguarda invece l’ambito generale, mi sono sempre piaciuti i fenomeni dai “piedi buoni”, la classe mi affascina. Pirlo, Guti e Redondo del Real Madrid, il divin codino Baggio che ho avuto la fortuna di vedere giocare su tutti. Non disdegno i concreti, i tipi tosti alla Gattuso e Scholes, alla Allan, quelli che poi giocatine e finezze a parte, ti fanno vincere le partite e alzare le Coppe”.

Capitolo Maradona: Messi o Ronaldo, chi si avvicina di più a D10s?
Messi per estro, ma trooooppo debole sul piano carismatico. Ronaldo è un vero Leader, frutto di allenamenti e di costanza. Ma Diego è Diego, deve ancora nascere quello che potrebbe avvicinarsi. O forse è nato e l’abbiamo visto giocare e spesso ce ne dimentichiamo, tipo Ronaldo Il Fenomeno“.

Il goal che ti ha emozionato di più?
“Le gesta di Cavani contro la Lazio in casa nostra furono pura Magia, ma per sentimento e per vibrazioni di Anima è impossibile non dire: KOULIBALYYY AL 90ESIMOOOO!!!!!!!”.

A quale allenatore del Napoli sei più legato e perché?
“Mi piaceva molto la grinta di Mazzarri, mi è piaciuto il modus operandi di Benitez che ha dato il La alla nascita di quello che poi ha creato quel genio di Maurizio Sarri”.

Cavani, Higuain, Calaiò, Mertens: chi ti ha fatto sognare di più?
Per me che ho vissuto tutta l’intera trafila del Napoli dalla C alla A, Calaiò e Bogliacino (il “salvaNapoli”) sono quelli che porterò sempre con me. Cavani in Europa ci ha fatto commuovere tutti col Dnipro, Higuain con quella rovesciata e con i 36 gol pure ci ha solcato l’Anima (infamate a parte), “Ciruzzo” Mertens è un fenomeno puro, come Insigne del resto. Ognuno a modo suo ha dato qualcosa, impossibile metterne qualcuno in disparte. Ah, e poi c’era Sosa, Il Pampa Sosa. “Chi ama non dimentica” (cit.)”.
Se dovessi scrivere una canzone per il Napoli quale sarebbe il ritornello?
Quando la scriverò, ve la farò sentire direttamente. Intanto mi piacerebbe che magari “Chesta Nott” venisse cantata allo Stadio dopo le partite vinte in casa in serale. O magari nei pre partita”.
PeppOh
Dove e come vedi le partite del Napoli? Hai riti scaramantici?
Seguo il Napoli in streaming quando sono fuori, quando sono a Casa cerco sempre di vedere le partite con qualche amico fidato. Rituali scaramantici ce ne sono, tipo il chiamare sempre le stesse persone per le partite, seduti ai propri posti. Ed è vietato parlare durante le partite, solo supporto per i ragazzi durante i 90 minuti”.

Un concerto al San Paolo lo sogni… E con chi?
“Eh beh, certo che lo sogno. Sarebbe il sogno di tutta una vita. Sogno un super Live tutto mio al San Paolo e sto lavorando duramente per raggiungere questo scopo. Con chi non saprei, penso a fare il mio e spero di non aver bisogno di X o Y per arrivare a riempire uno Stadio”.

Chi è stato il tuo modello d’ispirazione e perché?
“Il mio modello di ispirazione è sempre stato chi ha fatto le cose per bene. Chi, con le sue parole, mi ha preso per mano ed insegnato a Vivere. Speaker Cenzou ne è un esempio vicino e vivente, mi ha insegnato tanto con le sue canzoni e tuttoggi mi sta insegnando tanto su come fare la Musica per bene, con Passione e senza moine varie ed eventuali. Poi ascolterete e mi/ci direte voi”.

Se il Napoli dovesse vincere lo Scudetto…

“Il domandone. Se dovesse vincere lo scudetto prima di tutto andrei a salutare un paio di persone che riposano in Pace e gli andrei a portare la lietissima notizia e poi boh, sarebbero solo follie su follie. E forse piangerei, tanto. Perchè per noi Napoletani, è più di un gioco, si va ben oltre il “pallone”. Chissà, incrociamo le dita e sempre Forza Napoli. Sempre”.