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Dossena: “Ritiro? Non serve, si spara a caso ma non c’entra un c***o! Pensare di vincere così è una c****a. Ancelotti? Meglio non continuare” [ESCLUSIVA]

Dossena
Gli azzurri vivono dunque un momento difficile, che abbiamo commentato - in esclusiva per il nostro portale - con Andrea Dossena

Il momento del Napoli rasenta il drammatico. Dopo una frustrante settimana trascorsa tra ammutinamenti, proteste dei tifosi e polemiche di ogni genere, il risultato del campo contro il Genoa in campionato ha certificato la crisi della squadra prima della sosta. Gli azzurri vivono dunque un momento difficile, che abbiamo commentato – in esclusiva per il nostro portale – con Andrea Dossena. L’ex giocatore azzurro ha espresso il suo parere sul momento attuale del Napoli, con considerazioni decise sulla vicenda del ritiro, sulla squadra e sul tecnico Carlo Ancelotti.

ESCLUSIVA – Dossena sul caos ritiro del Napoli e su Ancelotti

Il risultato di Napoli-Genoa non ha fatto altro che acuire la crisi degli azzurri. Il tuo parere su questa situazione?

“Io ho sempre detto che le contestazioni servono fino a un certo punto. Il risultato di ieri è figlio, per l’appunto, di una contestazione, frutto di nervosismo, frustrazione, e dispiacere che abbiamo visto tutti in campo. Il Napoli nelle gare precedenti al San Paolo aveva creato tanto ed era stato anche sfortunato per via dei pali, magari aveva mancato un po’ in cattiveria nelle situazioni da gol. Ieri sera poche volte invece è arrivato davanti al portiere, qualcosa non c’era rispetto alle altre volte. Per via di questo caos è cambiato tutto. Il mio punto di vista è che si sia creato un qualcosa dal nulla. Il ritiro era sbagliato. Andare in albergo per stare insieme non cambia niente, non è quella la risposta ai risultati. Capitava che alcuni allenatori mettevano il ritiro e durante pranzi e cene toglievano magari certe cose da mangiare, si provava a sparare a caso, si limitava l’uso del telefono. Ma queste cose non c’entrano un cazzo con la prestazione della gara. Il ritiro non serviva a niente, si voleva andare perché si voleva ma se si pensa di vincere in quella maniera è la più grande cagata del mondo. I ritiri o li vivi con spensieratezza, come una gita, oppure te li fanno pesare per 24 ore su 24 e quindi tutta la giornata hai la testa che rimbomba. Non è questa la strada giusta, tutto ciò penalizza la squadra. Detto questo, se il Presidente dice che bisogna andare in ritiro, quella presa dai calciatori non è la strada giusta. La contestazione poi è da anti-calcio, qualcuno ha i prosciutti davanti agli occhi. Ripeto, il Presidente ha sbagliato così come anche i giocatori. Hanno sbagliato però anche i tifosi a contestare, dopo tutti i risultati degli ultimi anni non li puoi contestare. Gente come Callejon, Insigne, Mertens, con quei numeri…mi sembra di sognare. L’errore comunque è stato di tutto il sistema Napoli”.

Molti tifosi rimpiangono l’era Mazzari, di cui tu hai fatto parte. Ci si lamenta soprattutto di mancanza di cuore e grinta.

“Va detto che 7-8 giocatori attuali arrivano dal triennio Sarri e con lui erano fenomeni planetari che hanno giocato un gran calcio. Ora improvvisamente sono diventati giocatori senza palle? Non è solo una quetione di carattere. Il lavoro di Ancelotti non è forse idoneo a questi ragazzi qui, forse hanno bisogno di qualcuno che li aiuti sul campo e non di un getore come lui, magari più di un didattico come Sarri o come lo era anche Mazzarri, uno con un’idea totalmente diversa rispetto agli altri due già citati ma che faceva lavorare parecchio e si correva tanto in direzione di ciò che si doveva fare. Si sono valutati dei giocatori come dei veri campioni. Magari sono ottimi giocatori esaltati dall’organizzazione di Sarri che ha alzato l’asticella ma serve loro più lavoro quotidiano e schematico, maniacale. Forse, parlando anche dell’idea di gioco, in una squadra che ha fatto pazzie con il 4-3-3 non vedevo neanche il bisogno di andare sul 4-4-2. Certo, si è perso Jorginho come play. Però si potrebbe mettere Allan al centro con due mezzali”.

Con un campionato quasi compromesso, la qualificazione in Champions ancora da conquistare e la Coppa Italia da iniziare, quali sono le prospettive stagionali per il Napoli?

“Partendo con un neo così grande, in campionato l’obiettivo resta il quarto posto ed è raggiungibile perché devi pensare di tornare in Champions League. In Europa la qualificazione è logicmente alla portata, anche se sarebbe stato meglio qualificarsi come prima del girone per un ottavo più semplice. La Coppa italia te la giochi ma soprattutto bisogna riprogrammare perché le grande squadre iniziano a programmare per l’anno prossimo già da gennaio e febbraio. Questo è il grande lavoro che aspetta questa squadra. Partendo dal mister, non credo che Ancelotti voglia restare in una situazione simile e logicamente se il clima è questo è meglio salutarsi in modo tranquillo che trascinare poi i problemi per un’altra stagione”.

 

Claudio Agave