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Ed è rete: si gonfia la rete – Arsenico e Champagne, il gol di Lavezzi all’ultimo respiro contro il Cagliari

Lavezzi e Cavani esultano dopo il goal del momentaneo vantaggio del Matador contro il Chelsea. Ottavi di finale, Champions League 2010/2011.

Ed è rete: si gonfia la rete è una rubrica ideata col proposito di descrivere i gol che hanno fatto la storia del Napoli. Un autentico viaggio attraverso le emozioni che hanno segnato gli attimi più importanti del club partenopeo. Un resoconto, o meglio, un racconto delle grandi prodezze che –  nel loro significato simbolico – hanno fatto sognare il golfo più bello del mondo.

Storicamente i calciatori di nazionalità argentina hanno stretto sempre un rapporto molto solido con tutto l’ambiente Napoli. La società azzurra sembrerebbe essere la meta prediletta per questi calciatori che vedono nella città un riflesso della loro patria. Si sentono a casa, nonché parte di un popolo che li sosterrà sempre. L’esempio lampante di quanto detto è sicuramente Diego Armando Maradona (su cui ci siamo soffermati ampiamente nei precedenti episodi di questa rubrica).

Esistono però anche altri argentini passati per il San Paolo, magari meno talentuosi e vincenti, ma che hanno saputo ritagliarsi un ruolo di tutto rispetto nella storia di questo club. Ezequiel Ivan Lavezzi è uno di questi. Arrivato sotto l’ombra del Vesuvio l’anno in cui il Napoli fece il suo ritorno in Serie A, ha da subito lasciato il segno (tripletta al Pisa in Coppa Italia). Molta corsa, poca eleganza e qualità tecniche non proprio da fantasista. Nell’arco dei 5 anni al Napoli, però, il Pocho si è reinventato e prima con la maglia numero 7, poi con la 22 ha regalato attimi magnifici alla tifoseria.

Uno di questi è certamente il gol all’ultimo respiro segnato in trasferta contro il Cagliari il 10 novembre 2010. Una corsa sfrenata in cui Lavezzi percorre tutto il campo prima di arrivare a tu per tu con il portiere avversario. Un destro potente e preciso che si insacca nell’angolino basso e permette al Napoli di conquistare i tre punti e sfatare il tabù del Sant’Elia, uno stadio in cui gli azzurri non vincevano da 15 anni.

Hamsik Lavezzi

Cagliari-Napoli 0-1: Lavezzi da crepacuore

La stagione 2010-2011 vede il Napoli impegnato sui campi europei per giocare – per la prima volta nell’era De Laurentiis – l’Europa League. In campionato gli azzurri sembrano pronti per fare un ulteriore salto di qualità e concorrono per un piazzamento in Champions. Il 10 novembre gli uomini di Mazzarri sono impegnati sul campo difficile del Cagliari. Le due compagini regalano sempre spettacolo ogni volta che si affrontano. Questa partita, però, sembra non rispettare le attese. Nei 90 minuti di gioco le due squadre non creano molto e di conseguenza non regalano grande spettacolo ai tifosi accorsi allo stadio. Complice l’assenza di Cavani (partito dalla panchina ed entrato nel secondo tempo), gli azzurri fanno fatica ad essere incisivi. Creano varie occasioni, ma il tap in vincente non arriva. La prima e la seconda frazione di gioco viaggiano sulla stessa falsariga. La partita sembra destinata a concludersi con il più noioso dei 0-0.

Il calcio, però, è strano. Se in 90 minuti due squadre riescono nell’ “impresa” di creare poco o niente, in un solo minuto possono generare un ribaltamento di fronte da crepacuore. Proprio nei minuti di recupero di questo match, accade qualcosa di inimmaginabile. La partita si avvia alla conclusione, ma la formazione sarda ha l’ultima opportunità per vincere. Il Cagliari, infatti, al 93′ si appresta a battere una punizione da una posizione molto defilata nei pressi dell’area di rigore azzurra. Una specie di calcio d’angolo più avanzato. Il mister dei padroni di casa Bisoli prepara uno schema per quest’occasione. Batte Biondini che, invece di crossarla in mezzo con la speranza che qualcuno la spizzi di testa, la passa rasoterra verso il limite dell’area a Nainggolan. Il belga, reo di aver perso un tempo di gioco, spara la palla sul muro azzurro.

Il capovolgimento di fronte del Napoli è così veloce che l’arbitro non ha il tempo di fischiare la fine e come per magia Cavani imbuca per Lavezzi che dopo 90 minuti ha ancora la forza per correre da una porta all’altra del campo ed avere la freddezza (peraltro inusuale) di bucare Agazzi e portare gli azzurri in vantaggio. Ed è rete: si gonfia la rete. Un gol da crepacuore che fa esplodere i tifosi e regala il terzo posto alla compagine azzurra. Il Sant’Elia dopo 15 anni viene espugnato. Il Pocho si scatena in un’esultanza sfrenata e si lancia contro i cartelloni pubblicitari. Cagliari-Napoli si rivela ancora una volta un partita dai risvolti inattesi.

Il mito del Pocho a Napoli

Nel 2007 Pierpaolo Marino, con la modica cifra di 6 milioni di euro, riuscì a portare Ezequiel Lavezzi al Napoli. Palla tra i piedi, testa bassa, busto in avanti e una velocità smisurata. Tutti gli appassionati di calcio e soprattutto i tifosi partenopei hanno negli occhi la scena di questo argentino arrivato in sovrappeso in Italia che riusciva a bruciare ogni suo avversario. Dotato di un dribbling letale, il Pocho riusciva a scardinare intere difese con le sue sterzate e i cambi di passo. Non è il più prolifico dei bomber, infatti non è mai riuscito ad andare in doppia cifra nei 5 anni napoletani, ma ha siglato alcuni gol rimasti nel cuore di tutti i suoi sostenitori. Dal gol al Liverpool alla magnifica doppietta contro il Chelsea agli ottavi di Champions League, senza dimenticare il gol al Milan con un pallonetto da terra.

Una saetta che colpì letteralmente i tifosi azzurri che durante la sua permanenza al Napoli lo hanno osannato come pochi altri. Dopo Maradona, potrebbe essere annoverato se non come secondo, almeno nella top five degli argentini più amati dal golfo napoletano. La sua avventura in azzurro si concluderà con un totale di 188 presenze, 48 gol e un posto di diritto nel cuore dei suoi sostenitori.

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Antonio Del Prete

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