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AZZURRO SBIADITO – Mattia Graffiedi, un attaccante poco prolifico

Mattia Graffiedi
Mattia Graffiedi, ora allenatore ma prima attaccante decisamente poco prolifico, ha giocato per una stagione anche nel Napoli

Azzurro Sbiadito è la rubrica nella quale si raccontano le carriere di calciatori che nel Napoli non solo non hanno lasciato un segno positivo ma che, anzi, vengono ricordati soprattutto per prestazioni negative o incolori. Potenziali campioni che invece si sono rivelati degli acquisti infelici.

Negli anni della Serie B molto spesso il Napoli ha investito su calciatori che, pur giocando con una certa continuità, non furono poi in grado di regalare le giuste garanzie sul terreno rettangolare. Uno di questi potrebbe certamente essere individuato in Mattia Graffiedi, ora allenatore ma prima attaccante decisamente poco prolifico, soprattutto nel periodo azzurro (in questo caso davvero sbiadito).

AZZURRO SBIADITO, EPISODIO 22: EMILSON CRIBARI

Azzurro Sbiadito, episodio 23: Mattia Graffiedi

Classe 1980 di Cesenatico, Graffiedi inizia la carriera nel 1998 proprio al Cesena. Si tratta di un attaccante veloce, che si sacrifica molto per la squadra, una seconda punta moderna per l’epoca. Riesce a segnare anche 4 gol nel campionato di Serie B con i suoi, contribuendo alla salvezza. Dopo appena un anno da professionista le big si fiondano su di lui e ad acquistarlo è addirittura il Milan, che lo paga la bellezza di 15 miliardi delle vecchie lire. Inizialmente il suo destino prevedeva un prestito al Verona. Dopo averlo rifiutato, però, Graffiedi si fa male al ginocchio, pregiudicando tutta la stagione 1999/2000, senza mai scendere in campo.

Il Milan dunque lo cede in prestito nella successiva sessione estiva, stavolta alla Ternana. Purtroppo per lui la concorrenza è però foltissima, con tanti attaccanti di categoria pronti a battagliare per un posto in squadra (tra gli altri Grabbi, Miccoli e Borgobello). Risultato? Nessuna presenza e nuovo prestito, questa volta a gennaio 2001 con ritorno a Cesena. Questa volta la squadra si ritrova in C1 e lui, pur giocando 16 partite, segna solo una rete. Poco male, perché si tratta comunque di un ritono in campo in vista di un futuro che dev’essere migliore. E proprio il futuro, dopo il rinnovo della comproprietà tra i rossoneri e il Cesena, lo porta sulla strada di Napoli.

L’impegno non basta

Della stagione 2001/2002 del Napoli abbiamo già parlato in questa rubrica. Graffiedi, per le sue caratteristiche, piace molto al tecnico De Canio che lo utilizzerà molto. Il ragazzo infatti giocherà 27 partite totali tra campionato e Coppa Italia. Il suo apporto di gol però sarà molto misero: soltanto 3 reti nell’arco di tutta la stagione, al termine della quale il Napoli non riesce a centrare la promozione in Serie A. Essendo arrivato soltanto in prestito, Graffiedi lascia subito Napoli con un po’ di amaro in bocca, protagonista di qualche sprazzo positivo ma forse mai davvero in grado di mostrare il suo reale potenziale.

Successivamente Graffiedi giocherà anche in altre squadre importanti. Nella stagione successiva con l’Ancona raggiunge il suo record complessivo di gol in un’annata (10, prima e unica volta in cui riesce a raggiungere la doppia cifra). Poi sposa la causa della rinata Fiorentina in Serie B, torna in Serie A in Toscana ma con la maglia del Siena, senza però trovare fortuna e gol. Quelle con la squadra bianconera saranno le sue sole 13 presenze nel massimo campionato, senza alcuna rete messa a referto.

Graffiedi diventa quindi un attaccante di categoria a tutti gli effetti. Modena, Grosseto, Triestina, Piacenza, Gubbio e di nuovo Cesena. Una carriera intera trascorsa in serie cadetta, con tanto sbattimento e pochi gol, prima della chiusura di carriera con il San Marino in Prima Divisione nel 2014. Adesso Graffiedi allena la Juniores Nazionale al Forlì, probabilmente senza rimpianti. Ma chissà cosa sarebbe accaduto, magari, se quel ginocchio non lo avesse tradito nel suo periodo milanista. O se a Napoli avesse inquadrato di più la porta.

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Claudio Agave

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