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Chievo Verona, Campdelli: “Guardate l’Inter e il Barcellona. Il calcio vive di debiti, ma paga solo il Chievo…”

Luca Campdelli è attualmente proprietario di una squadra senza calciatori e senza campionato. Il patron clivense, un tempo il presidente più giovane della Serie A, a 52 anni fa un ragguaglio di ciò che è stato e di cosa (non) sarà. “Ecco cosa mi resta. È una storia kafkiana, senza senso, che porta dolore”. Ecco le sue parole riportate dal quotidiano La Repubblica.

Chievo Verona, Campdelli: “Guardate l’Inter e il Barcellona. Il calcio vive di debiti, ma paga solo il Chievo…”

“La Figc ha deciso che non potevamo iscriverci né in Serie B, dove eravamo, né nei dilettanti. La ragione: alcuni arretrati nei versamenti Iva. Abbiamo chiesto per tempo di pagare a rate. L’ufficio riscossione delle Entrate ha riconosciuto il nostro diritto a frazionare i versamenti, ma a causa delle norme legate al Covid non ha potuto predisporre le necessarie pratiche. La prima rata l’abbiamo pagata il 28 giugno, 800mila euro dei 18 milioni che devo allo Stato. Ma non è bastato”. Luca Campedelli si è ritrovato con un pugno di mosche, tagliato fuori da tutto il mondo del pallone. Cosa resta da fare? “Il Tar ha dato ragione alla Figc. Giovedì ci presenteremo al Consiglio di Stato, che ha accettato di anticipare l’udienza. Chiediamo l’iscrizione alla Serie B in soprannumero. Abbiamo fatto tutto secondo le regole. Il calcio vive sui debiti e i pagherò. Però alla fine paghiamo solo noi. Il Chievo è la vita”. Il club ha debiti per 44,2 milioni a fronte di crediti per 14,4 oltre al patrimonio dei calciatori. Il bilancio al 30 giugno 2020 lo avete chiuso con 32mila euro di attivo. “In Europa siamo fra i club messi meglio. Il Barcellona ha un miliardo di debiti. L’Inter ha vinto il campionato pagando in ritardo gli stipendi. Io i giocatori li ho pagati fino a maggio, poi a giugno è scoppiata la bufera. La Figc ha consentito ai calciatori di liberarsi gratis e lo hanno fatto tutti, Primavera compresa. La gratitudine non è di questo mondo. I procuratori si sono arricchiti. I club rivali anche. Nel calcio devi dare senza pretendere niente. Siamo stati i primi ad allenare i ragazzini disabili, a portarli in ritiro. Ma nel pallone il bene non torna”. E ancora: “Solidarietà? Fra i presidenti mi ha chiamato solo Enrico Preziosi. Poi qualche ex giocatore. E Delneri, l’allenatore della promozione in Serie A nel 2001 e della vittoria a San Siro contro l’Inter, nel giorno dell’addio a Peppino Prisco. La gioia in un giorno di dolore.

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“Pellissier? Non ci sentiamo più – ammette Campdelli -. Nella vita è complicato trovare le persone ma è un attimo perderle. Leggo che ha intenzione di rilevare il club, a capo di una cordata. Sono pronto a parlarne, per i tifosi e per i 50 dipendenti, l’anima del club. Sto pensando come pagare loro gli stipendi. Se tradisci chi lavora per te è finita davvero. Se si è fatto avanti qualcuno? Si è fantasticato di fantomatici acquirenti italiani, svizzeri, statunitensi. Un fondo ha dichiarato interesse ma niente più. Per il resto, solo perdite di tempo”.

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